Vai al contenuto

VIRGINIA LEGGE PAPERINO

Opera di Silvia Farina

Un brano per accompagnare la lettura:

Brano scelto da Mattia Sonzogni, editor musicale

Sto leggendo sul divano del salotto quando sento le chiavi girare nella serratura. Nascondo in fretta Paperino sotto il cuscino ricamato a mano che mamma ha comprato in India. Non mi ci dovrei appoggiare con la schiena, ma è un buon nascondiglio: Paperino non si vede più. A mamma i fumetti non piacciono, ripete sempre a me e a Elisa che se dobbiamo leggere libri con le figure tanto valeva che non ci mandasse a una scuola privata, che lei questa fortuna non ce l’ha avuta e noi invece la stiamo sprecando. 

Mamma entra in casa e il suo profumo di Lancôme invade il salotto. Non ho mai capito come faccia a durarle per tutta la giornata. Lo chignon invece non è perfetto come questa mattina, le forcine sono in disordine e una ciocca di capelli biondi le ricade sul collo.  Ha le mani occupate, sbatte forte la porta col tacco della scarpa. Poggia sul pianoforte un plico di fogli, molla sul pavimento le borse della spesa e urla: “Chi ha apparecchiato in questo modo?”. Non aspetta una risposta, lo sa benissimo che è stata Elisa. Raddrizza i tovaglioli e li piega nel modo corretto, a triangolo, sposta le forchette da sinistra verso destra. Va in cucina a sistemare la spesa nel frigo e a scaldare l’arrosto che ha preparato questa mattina, poi torna in salotto. Solo allora mi saluta: “A scuola è andato tutto bene?”. Annuisco, vorrei che se ne andasse per poter continuare Paperino, ma lei mi chiede subito dov’è mia sorella. “Di sopra”, le dico, “si sta facendo una doccia”. Si massaggia la spalla su cui aveva la borsa e sospira: “Sempre a ora di cena se la deve fare”. 

Quando arriva Elisa, con un quarto d’ora di ritardo e un asciugamano arancione in testa, io e mamma abbiamo già finito l’arrosto e siamo passate all’insalata. “Ben arrivata” dice mamma sarcastica. Elisa alza appena le sopracciglia, ma non le risponde. Mentre lei taglia la carne, mamma dice: “Oggi ho avuto il colloquio con la Parato. Lo sai cosa ha detto?”. Elisa mastica a lungo. Deve essere proprio un boccone bello grosso, di quelli che se non stai attento ti fanno soffocare. “Allora, mi rispondi?” insiste mamma. Elisa finisce di masticare lentamente e posa la forchetta sul piatto, poi prende il tovagliolo e se lo passa sulla bocca anche se non è sporca. Ho letto su un libro che quando si viene attaccati da certi animali bisogna fingere di essere morti se si vuole sopravvivere. “Mi vuoi rispondere o no?”. Ora mamma sta gridando e ha la faccia tutta rossa. Il trucco rovinato dalla giornata la fa sembrare una maschera di cera. Mi fa quasi paura. 

“Certo che so cos’ha detto! A cosa serve fare sta scena?” urla Elisa. Mamma tira fuori la faccia che aveva sempre quando litigava con papà. Corruga la fronte e le labbra le diventano sottilissime, fa cadere sul tavolo la forchetta che si stava portando alla bocca: “E quando avevi intenzione di dirmelo?”

“Perché, sarebbe cambiato qualcosa? Non mi ascolti mai!” 

“Quindi è meglio nascondermelo, eh? Ottima idea!”. Si interrompe per prendere un respiro e poi ricomincia a gridare ancora più forte: “Dio santo, come si fa ad avere il debito in spagnolo! Capirei in matematica o scienze, ma in spagnolo!”. Sposto lo sguardo da mia madre a mia sorella, sto zitta. Vorrei che zio Paperone mi regalasse tutti i suoi risparmi, così potrei andarmene e vivere in una casa solo mia, ma zio Paperone non lo farà mai, è troppo tirchio. “Con tutti i soldi che ho speso per le ripetizioni!”, continua a urlare mamma, “dove pensi di andare se non riesci ad avere una sufficienza?”. Tiene i pugni strettissimi, e le unghie lunghe le si conficcano nella pelle. Di solito è molto composta, ma quando si agita gesticola un sacco. Provo a seguire per un po’ la traiettoria delle sue mani nell’aria. Niente da fare, sono troppo veloci. Elisa non la guarda più negli occhi, ho paura che si metta a piangere e allora mamma si arrabbierà ancora di più. “Io oggi ho fatto le tabelline” dico, ma nessuno mi ascolta. 

“Sto parlando, Elisa, mi ascolti almeno?”, mi urla sopra mamma, “ti rendi conto che l’anno prossimo hai la maturità?”

“Perché dobbiamo essere tutti come te, vero?”, grida Elisa, “studiare lettere classiche, prendere 110 e lode e andare a insegnare ai Parioli. Indovina una cosa, a me fa schifo la tua vita!”. Ora la sua voce è diventata stridula. Mamma la odia, dice che sembra quella di una bambina capricciosa. 

“Non sai di cosa stai parlando”, sospira mentre rilascia i pugni sul tavolo, “non combinerai mai niente se continui così, hai capito? Niente. Sei solo una stupida”. 

Elisa si alza di scatto, corre in camera sua. Mi alzo anche io.

“No, Virgi, non se lo merita. Dai, vai a metterti il pigiama, arrivo subito”. 

Salgo su, passo davanti alla camera di Elisa ma non entro, proseguo fino alla mia stanza. Prendo l’astuccio dallo zaino delle Barbie e tiro fuori i pennarelli, uno viola, uno verde e uno azzurro. Disegno tre omini stecchini che si tengono per mano, uno alto e due bassi, poi ci aggiungo i capelli così diventano delle femmine. Le vesto con delle gonne e delle magliette a maniche corte, faccio a tutte e tre due puntini per gli occhi e un sorriso. Prendo un pennarello giallo e faccio il sole, poi con il verde disegno dell’erba così le omine stecchine non hanno bisogno delle scarpe. Sento mamma salire le scale, ho poco tempo. In punta di piedi cammino fino alla camera di Elisa e le infilo il disegno sotto la porta.

Racconto di Maria Luisa Da Rold
Editing di Martina
Marrone


L’autrice

Maria Luisa Da Rold nasce nel 2001 in provincia di Padova e cresce a Conegliano fino ai diciott’anni, poi si trasferisce a Torino per studiare alla Scuola Holden. Ha collaborato con varie testate giornalistiche e ora scrive per Maremosso, il magazine della Feltrinelli.

1 commento su “VIRGINIA LEGGE PAPERINO”

  1. Io sono nessuno,ma leggo molto e male.Questo racconto è reale semplice facile da leggere e alla fine del
    la lettura mi dispiace che sia terminato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.