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Due visioni parallele: il realismo dei mangiatori di patate e la movimentata società progressista

Fotografia di Mauel Monfredini
Fotografia di Manuel Monfredini

Van Gogh (1853-1890) e Umberto Boccioni (1882-1916), due artisti di grande fama mondiale, hanno saputo dare un contributo vincente al mondo dell’arte.

Due opere che rispecchiano i loro rispettivi modi di pensare e che possono essere lette come due interpretazioni sul tema Tirar mattina sono I mangiatori di patate di Van Gogh e Rissa in Galleria di Umberto Boccioni. Nella prima tela, la situazione di povertà induce i protagonisti del dipinto a voler superare anche un’altra giornata di lavoro e andare avanti dignitosamente. L’opera Rissa in Galleria rispecchia invece una società progressista e movimentata, che è viva anche la notte con l’apertura dei locali notturni.

Van Gogh e Boccioni possono dirsi continuatori di due movimenti fondamentali nella storia dell’arte: il realismo-sociale e l’impressionismo-futurismo.

I mangiatori di patate di Van Gogh del 1885, conservato oggi al Museo Van Gogh di Amsterdam, rappresenta l’essenza della poetica artistica del pittore. Attraverso le pennellate e i colori scuri dominanti si percepisce un’atmosfera povera: il dipinto rappresenta “una cupa e drammatica immagine del pasto di una misera famiglia contadina alla luce livida di una lucerna a olio” [1].

La luce illumina i volti e le rughe dei contadini. Nei diversi studi preparatori, come Testa di donna (1885), Testa di contadina con cappuccio bianco (1885), Moglie di pescatore sulla spiaggia (1882), Testa di contadina con copricapo bianco (1885) e Testa di uomo (1884-85), Van Gogh ha avuto modo di rappresentare diversi volti di contadine e contadini per studiare la loro psicologia interiore e dare a ciascun protagonista una sua caratteristica.

I mangiatori di patate nascono “dalla necessità di testimoniare […] una profonda difficoltà e tragicità interiore, quasi un sintomo della grande crisi che attraversa l’Europa alla fine del secolo” [2]. Sono un richiamo al primo periodo artistico dell’olandese, che vuole concentrarsi su una pittura d’impronta realistico-sociale capace di denunciare le conseguenze dello sfruttamento economico e dell’emarginazione delle classi più povere. Van Gogh si ispirò soprattutto ai quadri di Rembrandt, caratterizzati da “una oscurità che ha però una sua luce” [3]. L’artista accentua così la visione portandola “a un superamento del realismo, in chiave di ideologia sociale, di simbolismo e di espressione” [4].

Rissa in Galleria di Umberto Boccioni del 1910, oggi conservato alla Pinacoteca di Brera di Milano, è invece il simbolo più esplicativo di un movimento importante che nacque proprio a Milano: il futurismo. Il dipinto rappresenta due donne che stanno litigando e, attorno a loro, la gente riunita osserva la scena. Tutto si gioca su colori accesi: domina il giallo, per l’illuminazione del Cafè.

Umberto Boccioni evidenzia la sua prima formazione impressionista, ispirata proprio a Van Gogh, Cézanne e Matisse. Ma i quadri di Boccioni, come La risata del 1911, sono caratterizzati dal concetto di movimento, uno dei capisaldi del futurismo. La data del quadro di Rissa in galleria è fondamentale per capire il rivolgimento artistico che porta Boccioni ad abbandonare l’impressionismo ed abbracciare il futurismo: proprio in quell’anno incontra a Milano Filippo Tommaso Marinetti. Questo incontro sarà determinante per Boccioni, tanto che, insieme a lui e a un gruppo di pittori futuristi tra cui Carrà e Russolo, Boccioni redigerà il Manifesto dei Pittori futuristi [5]. Tutta la scena di Rissa in Galleria, illuminata dalla luce elettrica, è ambientata in un café della Galleria Vittorio Emanuele. Il tutto, secondo il pensiero futurista, vale proprio a mettere in ridicolo la borghesia.

Leila Ghoreifi


[1] Giulio Bora, Gianfranco Fiaccadori, Antonello Negri, I Luoghi dell’Arte, vol. 5: Dal Postimpressionismo a oggi, Electa Scuola, 2010, p. 36.
[2] Ibidem.
[3] Ibidem.
[4] Ibidem.
[5] Ivi, p. 98. 

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