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Sam Smith indossa i suoi difetti come gioielli

Il soul nella voce di Sam Smith ha catturato il mondo intero fin dal debutto, ma la carriera artistica sfuoca, fino a esplodere nuovamente in fuochi d’artificio con GLORIA (2022). Un lavoro più sperimentale, che non rispecchia il cantante colonizzatore delle radio del 2012. È tutto molto più… unholy.

Sam Smith nasce a Londra e sogna fin dalla giovinezza la fama mondiale – il suo obiettivo era New York, il vero american dream, realizzato nel 2022 dopo aver cantato in una Casa Bianca illuminata con un arcobaleno, davanti al presidente degli Stati Uniti Joe Biden, per celebrare la firma del “Respect for Marriage Act”. Le sue influenze musicali sono varie, ma anche estremamente concentrate nelle pietre miliari del soul. Il suo lato più sentimentale è sempre presente nei suoi progetti discografici, ma c’è più colore nella musica rispetto al passato.

L’album GLORIA suona soul per alcuni brani ed estremamente pop per altri, ma sprigiona un senso di libertà per anni celata agli occhi di Smith. La sua voce ha catturato un pubblico vastissimo fin dall’uscita di In the lonely hour (2014), l’album che si è aggiudicato quattro Grammy awards, un Oscar e che ha venduto milioni di copie. Al momento, si contano più di quarantacinque miliardi di stream della sua discografia su Spotify.

Eppure, è evidente una caratteristica non necessariamente positiva: si riconosce facilmente una canzone del suo passato. Le ballad introspettive e afflitte sugli abbandoni e la solitudine dei primi anni non rendono giustizia alla persona che Smith voleva essere. La sua musica rispetta la natura della sua realtà interiore: se domina un’emozione in quel momento della vita di Smith, i brani che comporrà nasceranno da questa, senza deviare il pubblico verso una forma falsa di Sam Smith, come spesso molti artisti rischiano di fare. E per molto tempo la sua vita è stata dominata da un senso di frustrazione, dal dolore di non essere corrisposti sentimentalmente, dal senso di inadeguatezza in questo mondo e dalla sensazione di sentirsi soffocare. L’uniformità dei suoi album precedenti, per quanto abbia conquistato il mondo intero, potrebbe anche aver annoiato il pubblico più esigente.

Si può dire che la musica di Sam Smith, nonostante il Premio Oscar aggiudicatosi per la miglior canzone nel 2015 e i suoi numerosi riconoscimenti musicali, prima del 2020 risultava scontata e piatta alle orecchie più difficili. Le due ballad più famose sulle one-night stands, sull’amore non corrisposto, sulle dipendenze affettive, sul tradimento, ovvero Stay with me e I’m not the only one sono classici indimenticabili firmati da Smith nel 2014, ma non per questo insuperabili. Smith dichiara di aver avuto grandi difficoltà, in passato, a scrivere in un momento di quiete interiore: a suo parere, solo il dolore di un cuore spezzato permetteva di comporre buona musica.

GLORIA è un album sperimentale per Smith, in cui una nuova persona rinasce con lo spirito combattivo di qualcuno che voglia ridare vigore alla propria realtà, gettando al vento la sobria maschera di finzione. In GLORIA Smith canta le parole chiave che legano i brani della tracklist: «I’m not perfect, but I’m worth it… I wear my flaws like jewellery». Paragonando i propri difetti a gioielleria sviluppa un messaggio ancora inesistente nel cantautorato di dieci anni fa: la self-confidence legata al proprio corpo e alla propria anima è l’arma più importante contro la sofferenza e, grazie a questa, l’album non è più incentrato solo sui sentimenti blues tipici delle ballad più primitive di Smith, ma anche sulla gioia di vivere liberamente ogni esperienza.

Un cambiamento lampante si percepisce nei video musicali di GLORIA, ma anche dai suo account ufficiali di Instagram e TikTok: Smith può essere una pop diva senza filtri in ogni momento. Sul red carpet dei Brit Awards 2023 appare con una tuta nera in latex gonfiabile, l’ultimo spiccato outfit che è stato in grado di stupire tutti. Fotografie con un look audace e sfarzoso sono solo la dimostrazione dell’empowerment interiore affrontato dall’artista. «I explode into glitter», dice Smith in un’intervista al Talk Show di Jimmy Fallon, rendendo l’idea dell’effetto che voleva produrre sprigionando l’espressione più intima di sé in Unholy o I’m not here to make friends.

La sua immagine pubblica ha affrontato un cambiamento decisivo, provocando con uno stile eclettico quella parte della società più bigotta. Tutto ciò si riflette chiaramente nel suo cantautorato. Smith sostiene di avere una teoria sul metodo in cui scrive: il colpo di genio per una canzone si sviluppa lentamente, scrivendo in realtà più canzoni affinché possa diventare come la immaginava. Alla fine, per ogni canzone scelta in un album, Smith ne avrà scritte almeno un’altra decina. Questo stile rallenta il lavoro per un singolo album, ma al tempo stesso lo aiuta a crescere velocemente e ad immergersi totalmente nelle sue idee musicali. Così come nel percorso creativo si costruisce una canzone pezzo per pezzo, anche la sua carriera sboccia lentamente in quello che davvero Smith vorrebbe essere per il suo pubblico: qualcuno che non si lascia ostacolare da pregiudizi e restrizioni per il suo messaggio di amore.

Questa svolta inizia circa cinque anni fa, a partire dal suo coming out. La sua evoluzione musicale è inevitabilmente legata alla sua vita e lo ha annunciato con l’arrivo dell’album Love Goes. In un post su Instagram Smith ha scritto: «This album marks a time of experimentation and self-discovery in my life. I wrote this from the age of 26-28 and it’s been one hell of a ride», cioè che l’album segnava un momento decisivo di sperimentazione dato da una scoperta di sé più approfondita, avvenuta fra i ventisei e i ventotto anni. Una dichiarazione, questa, che si collega a una di poco distante nel tempo, pubblicata sempre su Instagram: «Every album I make I want to get a little bit closer to myself, feel more connected to myself… ».

Nel 2020, quasi in contemporanea all’annuncio di Love Goes, dichiara di volersi definire con pronomi neutri: da quel momento in poi si riconoscerebbe come persona non binaria. Il sostegno dei suoi fan è stato necessario per il grande cambiamento che ha segnato la sua vita. Nel video musicale di Love me more, contenuto nell’ultimo album GLORIA, Sam Smith chiude il cerchio aperto con Stay with me: qualche fan aveva, in effetti, notato che il video musicale è molto simile (Smith, durante l’intervista in cui parla dei due video, scherza sul fatto che spesso venga ripreso mentre cammina per strada e canta nei suoi video). Questo perché Smith ha voluto proprio rispondere ai tuoi fan più fedeli: «Sto ancora camminando. Tutto è cambiato, ma niente è cambiato. Accompagnatemi e sperimentiamo qualcosa di nuovo».

Variare innanzitutto il suo sound è stato necessario per la sua crescita artistica. Una nuova atmosfera, quasi sacra, viene percepita nell’album GLORIA. Il talento di Smith è passato a un livello contemporaneo e inserito nel tessuto musicale delle classifiche di oggi, con una nuova palette di colori nella produzione delle sue basi. Tra le sue artiste preferite compare Amy Winehouse, ma anche Adele, e altre regine come Whitney Houston, Mariah Carey e Beyoncé (anche se, in un’altra intervista al Talk Show di Jimmy Fallon, dichiara di riuscire a cantare in karaoke soltanto il gruppo delle Fifth Harmony, uno dei suoi preferiti, che avrebbe voluto sentire anche ad un suo eventuale matrimonio, se non si fosse sciolto).

La musa ispiratrice a cui, forse, Smith vuole più assomigliare negli ultimi tempi è Lady Gaga, per un concerto della quale ha saltato scuola e sacrificato una settimana in punizione anni fa. Grande sostenitrice della comunità LGBT+, la cantautrice americana è adorata come una dea da Smith, il quale, con GLORIA, sta cercando di assomigliarle nello stile musicale e non solo.

La libertà eccentrica di Gaga da cui Smith vuole prendere esempio è solo la sfarzosa conseguenza di un importante messaggio che Smith sta, ormai, declinando in ogni modo possibile in tutti i suoi brani e concerti. Per citare proprio la cantante: «I’m on the right track, baby, I was born this way». Smith svolge e riavvolge in ognuno degli ultimi pezzi un pensiero che nel corso del tempo ha plasmato sempre più definitamente: la libertà di pensiero, e soprattutto la libertà di amare chiunque si voglia, è essenziale, e l’album GLORIA è un grande passo per la sua carriera. Smith si sente illimitato dagli eventi esterni ormai. Sostiene di aver raggiunto un traguardo, come se avesse buttato giù una porta, e questo gli permette di essere al 100% se stesso nel momento in cui scrive.

Teresa David

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