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Il paradiso e la rinascita: la leggerezza della gioventù in Benvenuti ad Altrove

Fotografia di Filippo Ilderico

La mano di Gabriell Zevin firma nel 2005 il romanzo fantasy Benvenuti ad Altrove, raccontando come la protagonista Elizabeth – detta Liz – quindicenne morta in un incidente stradale, viva la propria età in un percorso “inverso” nell’atmosfera del Paradiso.

Elizabeth Hall nel fiore della propria gioventù abbandona la vita dopo essere stata investita da un’auto mentre viaggiava a bordo della propria bicicletta; inutili i tentativi dell’operazione chirurgica al fine di salvarla, Liz viene dichiarata morta.

Il romanzo si apre con un’ambientazione molto particolare: una nave, chiamata Nilo, sulla quale viaggiano le anime in cerca della loro posizione nel tanto aspirato e sconosciuto Paradiso. L’adolescente non realizza la situazione, convinta di trovarsi all’interno di un sogno. Saranno la conoscenza di una coetanea vittima di omicidio, l’arrivo ad “Altrove” e la visione in diretta del proprio funerale a far realizzare alla protagonista di essere effettivamente morta.

Particolarità della nuova casa è quella di offrire ai defunti la rinascita, regredendo a livello di età di anno in anno fino al momento della loro nuova entrata nel mondo. Nonostante il Paradiso permetta a Liz di vivere delle giornate all’insegna di nuove conoscenze e attività che possano dare significato a questa straordinaria situazione, la piccola donna rimane ugualmente un’adolescente come tante altre che vive la propria età nonostante le caratteristiche del luogo in cui si trova. Contrariamente, quindi, ai canoni tradizionali sulla possibilità di raggiungere una serenità trascendentale nel Paradiso, Elizabeth porta sulle proprie spalle la leggerezza della gioventù: ogni singola emozione e parola non è altro che il frutto della caratterialità e dell’età del personaggio.

Ogni pagina racconta e scandisce il tempo nel quale Liz piano piano si ritrova a spegnere una candelina in meno sulla torta, diventando sempre più piccola e conseguentemente sempre più uno spirito libero. Il peso di essere così fluidamente leggera e giovane, senza raggiungere quindi il traguardo dell’età adulta, lascia la ragazza all’interno di un limbo nel quale alterna il suo essere un angelo alle più comuni e giustificabili caratteristiche dell’adolescenza. Lo scorrere del tempo su un orologio nel quale le lancette indicano quanto Liz stia proseguendo il suo cammino al contrario, pronta per ritornare neonata, è la costante di ogni sua azione.

Liz conosce l’amore – infatuandosi di Owen, un uomo più grande di lei che tuttavia riesce a sostenerla e a darle quotidiano supporto perché la protagonista possa trovare la giusta forza per affrontare quella che ormai è diventata la sua nuova esistenza. La differenza di età è naturalmente ostacolo al fine di poter creare una relazione, nonostante tra i due sia nata una chimica particolarmente bruciante; ma Liz è ancora un bambina e sta diventando sempre più piccola. Questo divario anagrafico rappresenta per Elizabeth una sfida importante nonché la consapevolezza di quanto un’età tenera e delicata spesso comporti nella sua leggerezza lo sforzo insopportabile di dover restare sempre un passo indietro.

Nello specifico, ringiovanire anziché invecchiare costringe Liz a non potere sperimentare la crescita, i problemi degli adulti e le prime autonomie. La protagonista è quindi destinata a non toccare mai con mano il proprio futuro, fino al momento della sua rinascita. Nonostante il romanzo abbracci uno sviluppo di matrice positiva volto ad un lieto e commovente finale, il sottotesto suggerisce l’idea di una giovane vita strappata al percorso del mondo, catapultata in quel “Altrove” dove il flusso temporale percorre salti all’indietro, anziché in avanti.

La giovinezza e l’adolescenza altro non sono che i riflessi della mente di una quindicenne che nuota nelle cristalline acque di un’esistenza ben più difficile: imparare a tornare sui propri passi, tastando caselle delicatissime al fine di aprire nuovamente gli occhi al mondo con l’anima più leggera. È questo in fondo, si potrebbe credere, il reale compito e regalo che Elizabeth riceve una volta apertesi le porte del Paradiso. Caricare, malgrado l’età, sulla propria coscienza e persona, l’enorme responsabilità di darsi la vita, ancora.

Manuela Spinelli

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