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La società imbrigliata dai fili di Ghada Amer

Fotografia di Filippo Ilderico

Ghada Amer, artista di origini egiziane, combatte una battaglia tutta al femminile e trasforma in armi pro emancipazione della donna e libera sessualità strumenti da sempre ritenuti da donne: ago e filo.

Anni ‘60, Cairo. Una bambina guarda la madre e le altre donne produrre abiti d’affari. La piccola prova un misto di solidarietà e risentimento, considerando che la maggior parte dei designers e degli artisti sono uomini. Questa è la radice del lavoro di Ghada Amer, delicato solo nella scelta di cucire con ago e filo le proprie tele. L’artista sceglie questa forma, tradizionalmente femminile, per scrivere un nuovo capitolo della storia. Una storia in cui le donne amano se stesse e la propria sessualità liberamente. «I believe that all women should like their bodies and use them as tools of seduction» [1], sostiene infatti la Amer, che afferma di aver apprezzato l’idea di rappresentare la donna tramite il cucito proprio perché così identificato con la femminilità [2].

Per l’artista rappresentare l’atto sessuale con la delicatezza di ago e filo gli dà inoltre una dolcezza che l’oggettificazione ignora [3]. Tale dolcezza tuttavia contrasta l'”oggetto” cucito nelle sue opere: molte immagini, infatti, provengono dall’immaginario del soft porno. Tramite queste ultime l’artista esprime la libertà e l’emancipazione sessuale della donna. In Snow White Without the Dwarves ad esempio, Amer rappresenta il famoso personaggio Disney Biancaneve; alle sue spalle, una serie di figure femminili toccano il proprio corpo nudo, significando la liberazione sessuale della principessa

Il cucito, arte tipicamente femminile, viene slegato dalla sua normale funzione. Tramite una sorta di paradosso esso assume così le fattezze di un’arma di liberazione della donna dagli stereotipi tradizionali e di esplorazione, anche sessuale.

Rainbow Lulu, 2018, è un’opera di esplorazione del desiderio insoddisfatto. Figure in pose pornografiche vengono ripetute in fasce. Queste figure, velate da fili che le oscurano, sono rappresentative di un desiderio che non può essere soddisfatto.

Un ribaltamento totale rispetto ad esempio ai film della commedia italiana degli anni ’60. In un’epoca in cui le donne cominciavano ad emanciparsi a livello sessuale ed economico, non si trovano in questi film donne lavoratrici, se non le prostitute. Al contrario nel lavoro di Ghada Amer la donna, così come rappresentata dalle opere pornografiche, diviene l’emblema e, per così dire, l’ariete della liberazione sessuale della donna. Infatti “No woman can call herself free who does not control her own body”.

Elena Sofia Ricci


[1] https://www.ghadaamer.com/about
[2] http://www.artnet.com/artists/ghada-amer/
[3] http://www.artnet.com/artists/ghada-amer/

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