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“Joy”: persone normali fuori, straordinarie dentro

Il film Joy (2015) racconta la storia, prima ordinaria e poi straordinaria, della donna che ha inventato il mocio per pulire i pavimenti. A partire da una condizione famigliare difficile e precaria, sino a diventare la donna d’affari che ha sempre voluto essere, Jennifer Lawrence interpreta in maniera eccelsa la creativa e tenace inventrice.

Fotografia di Tuan Cao

Spesso la monotonia della quotidianità, o le avversità della vita, non permettono a certe persone talentuose di spiccare il volo. È da questo presupposto che prede il via la vicenda di Joy Mangano (Jennifer Lawrence), ragazza sveglia e brillante, con un’enorme fantasia e ampie capacità pratiche, che si ritrova imprigionata in una vita di stenti. A dirigere il film biopic c’è David O. Russell.

Joy è una mamma divorziata con due bambini, e svolge un lavoro non adatto a lei. Vive in casa insieme alla madre, figura più che assente dal momento che trascorre le ore incollata davanti alle soap opera che trasmettono in televisione, al tossico ex marito Tony (Édgar Ramirez) che si è stabilito nel seminterrato, e alla nonna Mimi. Quest’ultima è l’unica che, nella famiglia di Joy, la sprona a essere creativa. Nemmeno Rudy (Robert De Niro), il padre della protagonista, sa essere un buon appoggio per lei.

La grande immaginazione che la contraddistingueva sin da bambina si è affievolita nel corso degli anni, a causa delle pessime vicende familiare e delle incombenze ben più pratiche a cui far fronte. Ma un giorno, mentre è costretta a pulire il pavimento dove alcuni calici di vino si sono rotti, le sue doti di inventrice riemergono con irruenza: Joy inventa il prototipo di un attrezzo per la pulizia che non richieda l’uso delle mani per strizzare il panno.

La battaglia della protagonista inizia da qui. Joy deve affrontare molte sfide per vedersi riconosciuto il merito di un’invenzione così semplice ma necessaria che, tutt’oggi, viene ampiamente utilizzata: il mocio. Joy si occupa della realizzazione del prototipo, a partire dai disegni, la scelta dei materiali, l’assemblaggio. Tutto ciò ha un costo, che inizialmente viene coperto dall’ultima fidanzata del padre, con non poche perplessità da parte di tutti.

Una nuova fase si apre quando la protagonista prova a vendere il suo Miracle Mop sul canale commerciale QVC. Il direttore Neil Walker (Bradley Cooper), inizialmente restio verso l’innovativo prodotto, la appoggerà e aiuterà a realizzare il suo sogno. Dopo battaglie legali contro persone che volevano rubare l’ingegnosa idea di Joy, faide familiari e una bancarotta schivata, la donna riesce finalmente ad affermarsi nel mondo degli affari e, soprattutto, a coronare il sogno di quando era bambina: essere un’inventrice e una libera imprenditrice.

Il film è basato su una storia vera: Joy Mangano è una donna nata nel 1956 a New York da genitori italo-americani che, sin da bambina, ha dimostrato di possedere innate doti creative. Infatti, sin da giovane, era stata in grado di inventare un collare per pulci fluorescente per proteggere gli animali, mentre lavorava in un Ospedale veterinario di Huntington. Dopo il lancio del suo Miracle Mop, la carriera di Joy prende il volo: crea la società Ingenious Designs, brevetta più di cento invenzioni e il fatturato va alle stelle.

La storia di Joy è una parabola ascendente di tenacia e inventiva tutta al femminile. Nonostante le avversità che contraddistinguono la sua vita, questa incredibile donna si dimostra più forte e abile di chiunque la volesse schiacciare. Nemmeno gli affetti, spesso abusivi nei suoi confronti, sono riusciti alla fine a impedire a Joy di arrivare lì dove aveva sempre sognato di essere.

La sua vicenda è sicuramente d’ispirazione, anche se spesso, nella realtà della vita quotidiana, è davvero arduo svincolarsi da situazioni di costrizione e sfruttamento. Nonostante ciò, il personaggio di Joy restituisce allo spettatore un barlume di speranza e di fiducia nel futuro, come a voler dire: “puoi farcela anche tu”.

Martina Costanzo

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