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La mar: il vecchio pescatore che amava il mare

Fotografia di Filippo Ilderico

Scritto nel 1951 e pubblicato sulla rivista “Life” nel 1952, Il vecchio e il mare (The old man and the sea) è uno dei lavori più celebri e letti dell’americano Ernest Hemingway. Il breve romanzo, o racconto lungo, venne premiato nel 1953 con il premio Pulitzer, e fu un tassello importante per la conquista, nel 1954, del premio Nobel per la letteratura.

Il vecchio e il mare è la storia del vecchio pescatore cubano Santiago che, perseguitato dalla sfortuna e canzonato dai colleghi, non riesce a pescare un pesce da ben ottantaquattro giorni.

L’unico affetto del vecchio, ormai vedovo e poverissimo, è un ragazzino di nome Manolin, che si occupa di lui e lo aiuta nonostante lavori per un altro pescatore. I due sono molto legati e il ragazzo è riconoscente nei confronti del vecchio che gli ha insegnato a pescare sin dalla più tenera età.

Per sconfiggere la maledizione che lo attanaglia, il vecchio decide di andare a cercare fortuna al largo della baia, dove spera di trovare qualcosa da pescare. Partito all’alba, rema e si lascia trascinare dalla corrente a lungo prima di gettare le sue esche “già usate, ma ancora in buone condizioni”. [1]

Svolta del racconto è il momento in cui un gigantesco marlin abbocca ad una delle esche di Santiago. Il pesce lo porterà in giro per giorni e opporrà una strenua resistenza prima di farsi issare e legare alla fiancata della barca.

In mezzo alla lotta dell’uomo con la natura, al tema della morte e al trittico “cacciato, cacciatore e morte”, emerge nelle pieghe del romanzo il profondo e genuino amore che lega i due termini del titolo: il vecchio e il mare.

Significativo è che il vecchio, a differenza di tutti gli altri pescatori, chiami il mare con lo spagnolo la mar. Il mare diventa, agli occhi del vecchio, una donna bellissima e insondabile, una donna che spesso assume i tratti della femme fatale inconquistabile e gratuitamente violenta.

Per gli altri pescatori, forse Manolin escluso, la distesa d’acqua salata non è altro che el mar, un luogo che lo stesso Hemingway definisce come un luogo di scontro, di battaglia e di combattimento contro le forze della natura e contro il mare stesso.

Il fatto che sia un vecchio pescatore a farsi portatore di questo amore sembra quasi riportare ad un rapporto ancestrale con il mare, un rapporto di simbiosi profonda fra le due parti del mondo divise dalla chiglia. E la critica verso i giovani pescatori, certamente più ricchi e fortunati di Santiago, si mostra anche nelle loro abilità di pesca, che il vecchio denuncia come poco più che dilettantistiche. [2]

All’interno di questo rapporto d’amore, il vecchio non si trattiene dall’affibbiare a la mar che lo insidia il nomignolo di puta. Ma non per questo e per le sue personali sfortune il vecchio smette di amare l’acqua dei Caraibi, una compagna di vita che tratta con estrema pietà.

Giordano Coccia


[1] Ernest Hemingway, Il vecchio e il mare, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 2015, p. 20.
[2] Ivi, p. 21.

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