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L’essenza del Brutto

L’arte cerca di raffigurare sempre la forma del Bello, che è un “assoluto” e mai il Brutto, che è un “relativo”. Esso rappresenta in primis il trionfo dell’ordine sul disordine. Tuttavia nel corso dei secoli il Brutto acquisì il suo diritto di esistere nell’arte, diventando una potenza attiva.

Il concetto di brutto è sorto grazie a Karl Rosenkranz, con la sua Estetica del brutto (1853), trattato che ne parla come di una categoria estetica autonoma. Per Rosenkranz, il brutto risiede nella natura stessa dell’idea che pone la possibilità del negativo. Il Bello è il farsi sensibile della libertà mentre il brutto ne è la limitazione. L’arte cerca di raffigurare sempre la forma del Bello, che è un “assoluto” e mai il brutto, che è un “relativo”. Essa rappresenta in primis il trionfo dell’ordine sul disordine. Tuttavia nel corso dei secoli il brutto si oppose al bello e acquisì il suo diritto di esistere nell’arte, diventando una potenza attiva

Rosenkranz distingue il brutto dal negativo in generale e da ciò che non può manifestarsi sensibilmente, non può diventare oggetto estetico. Il brutto, proprio in quanto negazione del Bello, ne condivide l’elemento sensibile e deve essere trattato secondo le leggi generali che regolano il Bello.

Il brutto si può riscattare attraverso la “caricatura”: questa è un’arte popolare che può ristabilire l’armonia, funzionando da vertice dialettico in cui il brutto si rovescia nel comico. In questo modo il brutto da una parte si scontra con il Bello e dall’altra con il comico, che ha la capacità di esprimere, meglio del tragico, lo sviluppo della libertà e, attraverso la serenità del riso, anche il male e il brutto. Quindi la caricatura è un’esagerazione delle forme, in grado di sfigurarle operando come fattore fortemente dinamico. 

Questa concezione del brutto si può vedere ad esempio in La duchessa Brutta di Quentin Massys, del 1513. Quest’opera fa parte di un dittico la cui seconda parte si trova al Museo Jacquemart-André di Parigi. Il dipinto sarà ripreso da una caricatura di Leonardo da Vinci e da un disegno di Wenceslaus Hollar.

Altro autore che tratterà del concetto di brutto sarà Schopenhauer secondo cui il brutto irrompe in modo deciso nell’estetica perché è volontà stessa, l’essenza metafisica del mondo, il dolore. Il compito dell’arte è liberarci e consolarci, seppur momentaneamente. 

Il brutto ha avuto nel corso del tempo un’importanza rilevante, soprattutto nelle avanguardie, strettamente legato alla dialettica fra cultura alta e cultura bassa, che finiscono con il deformare e disgregare le forme. Esempi di questo genere sono l’azionismo viennese, la body art e la cyborg art. 

Leila Ghoreifi

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