Guido Piovene, con atteggiamento di disponibilità intellettuale e desideroso di valutare criticamente l’attualità, nel maggio del 1953, per incarico affidatogli dalla Rai, intraprende un viaggio lungo il “bel paese” con l’obiettivo di redigere un «inventario delle cose italiane» [1]. Il reportage, caratterizzato da una vicenda editoriale transmediale che ha cercato di adattarsi ai nuovi mezzi di un’Italia in fase di modernizzazione, porta alla pubblicazione, nel 1957, di Viaggio in Italia: il titolo spicca per la sua semplicità e la sua chiarezza richiamando il Viaggio in Italia di Goethe, capolavoro della letteratura odeporica occidentale. L’autore di Lettere di una novizia dichiara, fin dalla Premessa, la durata del suo viaggio e tra le righe emerge subito quel dinamismo e quel processo tumultuoso che da lì a pochi anni avrebbe modificato per sempre il volto della penisola.
L’obiettivo di Piovene è chiarito fin dall’Incipit: «Comincio questo viaggio d’Italia senza preamboli. Parto dall’estremo Nord, con l’intento di scendere fino a Pantelleria regione per regione, provincia per provincia. Sono curioso dell’Italia, degli italiani e di me stesso; che cosa ne uscirà, non saprei anticiparlo» [2].
L’autore, interessato all’Italia degli anni Cinquanta, agli italiani e anche a sé stesso, percorre un paese tra la ricostruzione e lo slancio economico che condurrà al “miracoloso 1960”, l’inizio di un decennio straordinario per l’Italia, che conoscerà l’onda lunga del boom economico.
Viaggio in Italia è anche il titolo di uno dei capolavori di Roberto Rossellini, che nella pellicola del ’54 indaga le contraddizioni e le difficoltà dei rapporti di una coppia sullo sfondo di una Napoli ancora in parte devastata dalle brutalità della Seconda guerra mondiale ma non priva del suo fascino a tratti melanconico.
Ecco allora che la nuova rubrica de «Il Timoniere», intitolata appunto Viaggio in Italia, vuole cercare di unire gli elementi del reportage di Piovene e del film di Rossellini, proponendosi quindi di indagare e di osservare l’Italia e gli italiani, le contaminazioni, i confini – o, meglio, l’assenza di quest’ultimi, le città italiane e gli spazi urbani in primis, con un occhio specificamente rivolto alle periferie, alla provincia, a quanto forse questi concetti – centro e periferia – siano sempre più messi in discussione. Sullo sfondo di tutto ciò, ovviamente, i rapporti umani, le persone e gli individui che vivono questi spazi in trasformazione, modificandosi anch’essi, evolvendosi.
Sempre più convinti che per parlare di contemporaneità sia ormai obsoleto limitarsi ad un solo campo d’indagine, Viaggio in Italia sarà caratterizzato da una visione interdisciplinare, con riferimenti letterari, certamente, ma anche cinematografici, musicali, fotografici, corroborando la tesi che solo attraverso uno sguardo il più ampio e variegato possibile sia meno difficile indagare le diverse sfaccettature della nostra contemporaneità più contraddittoria, più fluida, ma per questo più interessante e più viva.
Alessandro Crea
[1] G. Piovene, Premessa, in Id. Viaggio in Italia, Bompiani, Milano 2017, p.7.
[2] G. Piovene, Viaggio in Italia cit., p.9.