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L’amore agli sgoccioli in Hey ya! degli Outkast

Fotografia di Elena Sofia Ricci

Hey ya! è una canzone del 2003 divenuta popolare a livello universale, ma il senso profondo che si nasconde fra le sue righe suscita tutto il contrario di ciò che riesce a trasmettere a tutti.

Un brano tanto ballabile, eppure tanto inaspettatamente significativo. Molte canzoni nella storia della musica sfruttano il contrasto tra l’accattivante melodia pop, che crea l’atmosfera energica, e il significato triste che si nasconde nel testo. Hey ya! è una di queste. Il ritornello fa semplicemente Hey ya!, nel video musicale tutto ciò che si vede è una folla che balla ed esulta, ma ciò che viene detto non corre sullo stesso binario. 

In sintesi, per quanto allegra possa sembrare, la canzone degli Outkast parla di un rapporto di coppia in crisi in cui l’amore è ormai finito da un pezzo. La relazione continua per inerzia senza che nessuno dei due abbia il coraggio di cambiare le cose. Questa sospensione dell’amore è espressa anche musicalmente attraverso il terzo accordo, il più breve del giro di accordi nel brano, che paradossalmente rende il pezzo molto più catchy.

Così recita La prima strofa:

My baby don’t mess around
Because she loves me so
This I know fo sho!
But does she really wanna
But can’t stand to see me walk out the door
Don’t try to fight the feeling
Because the thought alone is killin’ me right now

Racconta la storia di una coppia che vive di fiducia reciproca, ma di nient’altro più. Non è un rapporto felice, non ci si ama più come prima, ma la paura di rimanere soli è troppo forte. E si cerca di imitare l’amore di mamma e papà, come dice il verso (che doveva essere il titolo): “Thank God for mum and dad for sticking to together, like we don’t know how”.

Il messaggio più profondo è che serve coraggio per cambiare le cose, perché neanche l’amore è per sempre, ma si può sempre amare se si ha la forza di voltare pagina. La strofa che lo esprime meglio è questa:

Know what they say -it’s
Nothing lasts forever!
Then what makes love the exception?
So why, oh, why, oh
Are we still in denial when we know we’re not happy here?

Why are we still in denial when we know we’re not happy here? Perché neghiamo [la realtà] se sappiamo di non essere felici? È questa la domanda più forte, a cui non si può dare davvero una risposta, perché ognuno ha la propria. Il senso della canzone è dimostrare come, spesso, una risposta che accomuna tutti è proprio quella di ignorare lo stato delle cose e lasciar correre come se andasse tutto bene. L’ironia della canzone si sente anche in questa strofa, dove le parole del cantante esplicitano un palese desiderio di non voler niente di serio più con la ragazza, di non voler niente se non divertirsi («Non voglio incontrare tuo papà, ti voglio solo nella mia macchina; non voglio incontrare la tua mamma, voglio solo farti “venire”»), e di essere solo onesto in questo:

Don’t want to meet your daddy (oh ohh), just want you in my caddy (oh ohh)
Hey ya! (oh, oh!) Hey ya! (oh, oh!)
Don’t want to meet your momma, just want to make you cum-a (oh, oh!)
I’m (oh, oh) I’m (oh, oh) I’m just being honest! (oh, oh)
I’m just being honest!

L’atmosfera energica è accresciuta dalle ultime strofe in cui il cantante coinvolge direttamente un pubblico che risponde a sua volta, prima voci maschili e poi voci femminili. Il divertimento da questa canzone sembra assicurato, anche dal pezzo più orecchiabile con il continuo ripetuto verso “Shake it like a Polaroid picture”, che ha fatto credere negli anni di dover scuotere una polaroid per poterla vedere più velocemente. 

A questo punto, il video musicale in cui tutti ballano compulsivamente prende senso, ma specialmente l’inizio, in cui il manager della band in verde (come il denaro che smuove questo intero sistema) prende la parola e cerca di convincere il cantante di non “rovinare tutto”, di continuare a fare lo show senza far saltare una sorta di copertura, ovvero la superficialità che tutti, pubblico compreso, esige da lui in quanto artista pop.

Sorprendente è come un brano così famoso sia però poco conosciuto nel suo significato. D’altronde, è il pezzo stesso a rivelare quanto sia facile per le masse apprezzare solo superficialmente la vita e ignorare un significato triste, come dice il verso “Because the thought alone is killing me right now”, che va a braccetto con quello più in sottofondo “Y’all don’t wanna hear me, you just wanna dance”. È anche una sorta di polemica sotterranea nei confronti di un pubblico più disattento, sempre più inconsapevole di ciò che ascolta realmente e più interessato solo al prodotto musicale che all’intenso entusiasmo di una canzone.

Hey ya! è una canzone pop in tutti i suoi aspetti proprio per l’abilità di descrivere non solo una storia di fondo che accomuna un grande numero di coppie che al giorno d’oggi non trovano più felicità e temono il divorzio, ma anche per la capacità di rappresentare un fenomeno reale, concreto, e anche molto triste attraverso una musica che arriva a tutti. Si accontenta, però, di un pubblico ignorante, nel verso senso della parola: spettatori che, per la gran parte involontariamente, ignorano l’angoscia calpestandola a forza di Hey ya!, che non significa niente, ma che ha il potere di farsi sempre più intenso e di nascondere paure come solo la musica può fare. 

Teresa David

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