Vai al contenuto

INFORME

Opera di Silvia Farina

Un brano per accompagnare la lettura:

Brano scelto da Mattia Sonzogni, editor musicale

Informe è una parola strana. Difficile. È il genere di parola che mi capitava di sentire al telegiornale, ma anche di leggere nel romanzo di Stephen King che mi avevano regalato per Natale.
È il genere di parola che mia madre usava per definire me.
La prima volta che le ho sentito usare quella parola eravamo nel suo secondo negozio preferito del centro commerciale, quello con grandi scaffali pieni di scarpe tenuti sempre in disordine.
I pavimenti avevano lo stesso colore del soffitto. Per terra era pieno di scontrini strascicati, lasciati lì da clienti distratti. Mia madre, invece, era il tipo di cliente attenta a tutto.
Lasciava sempre il negozio insieme ad un sacchetto di medie dimensioni e a due o tre commenti sull’aspetto generale della persona con cui avevamo avuto a che fare. Mi rivolgeva sguardi eloquenti mentre era alla cassa, mentre srotolava il portafoglio e tirava fuori la carta con cui pagare, come se fossimo complici. Lo sguardo era lo stesso di quella volta al mare, io avevo il pareo annodato troppo stretto sulla nuca. Per andare alla battigia passiamo accanto ad un lettino, sul lettino un corpo, io vedo solo il riflesso del sole sulla pelle. Lei si ferma, guarda il corpo sul lettino e poi mi guarda, le sopracciglia alzate e le rughe sulla fronte, la mano che si sposta verso la bocca.
Cerca quello sguardo complice. Io le dico andiamo in mare, mamma.
I momenti in cui mi sono sentita più vicina a mia madre sono stati quelli in cui pensava che odiassimo la stessa persona. Io ricambiavo il suo sguardo, sorridevo, e guardavo dritto davanti a me per evitare di incrociare lo sguardo di Sandra, o Marica, o di chiunque altro fosse caduto nella ingarbugliata tela del giudizio di mia madre.
Quella volta eravamo nel camerino del negozio, e io ci stavo mettendo troppo. La luce era troppo forte e non riuscivo ad allacciare il vestito sulla schiena (tessuto morbido, cotone, così bianco da essere già sporco) usando solo due mani. Mia madre fuori era impaziente. Sentivo il tacco della scarpa (tacco alto, punta ovale, nera) che picchiettava sul bianco del camerino.
A che punto sei?
Ho quasi finito.
Ho un appuntamento tra mezz’ora.
Ho quasi finito, mamma.
Poi la tenda del camerino che si scosta. La faccia di mia madre si riflette nello specchio del camerino, il suo riflesso proprio accanto al mio. Guardo la sua faccia contrarsi in una smorfia, le rughe sul mento che somigliano alla buccia di un’arancia vecchia. I suoi occhi sono fissi nei miei.
Sembri informe.
Disse solo queste due parole.
Passo lo sguardo dal suo riflesso di nuovo al mio. Adesso il vestito bianco sembra un pezzo di stoffa troppo grande che qualcuno mi aveva messo addosso per gioco. Sembra il vestito che ti fanno indossare per la prima comunione, sembra quello che si metteva il tizio in piedi accanto al parroco sull’altare della chiesa. Sembra la versione di cotone delle meringhe che vendeva il pasticcere, spumose e di una forma ridicola. Era dello stesso bianco del bianchetto usato durante le verifiche anche se sapevo che il bianchetto durante le verifiche non si poteva usare, il bianco della pellicina che si formava sul latte quando era troppo caldo, quella che mia nonna diceva che fosse la parte più buona del latte ma a me faceva schifo, il bianco tra un esercizio e l’altro di matematica, il bianco del cielo riflesso sulle pozzanghere, e che quando ci mettevo il piede dentro mi schizzava addosso.
Dentro quel camerino del centro commerciale ho imparato che il bianco è informe.

Racconto di Paola De Pasquale
Editing di Martina Marrone


L’autrice

Paola De Pasquale nasce a Bari nel 2002 e dopo il diploma al liceo classico si trasferisce a Torino, dove frequenta la Scuola Holden e dove, tra le altre cose, impara a raccontare storie. La appassiona scrivere, leggere libri che trattano questioni di genere e combattere le ingiustizie.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.