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Da passione ad avventura: una vita da fumetto

Pubblicato a Maggio 2008 nella sezione “Letteratura per ragazzi” e firmato da Gianfranco Liori, Come Un Fumetto Giapponese narra le entusiasmanti vicende vissute da un giovane protagonista amante della cultura nipponica. Un testo che si lascia abbracciare da un’interessante e comica atmosfera perfetta come spunto per disegnare una vignetta.

Fotografia di Alex Conradt

Guglielmo – o più semplicemente Willy – è uno studente residente a Cagliari cui la più grande passione è il Paese del Sol Levante e in particolar modo i manga: un Otaku. Il ragazzo sogna di poter trovare terreno fertile per il proprio interesse proprio in uno dei festival più famosi e amati da chiunque sia attratto dal mondo dei fumetti giapponesi: il Lucca Comics Festival. Raggiungere la città non sarà di certo facile, con uno zaino in spalla, mille progetti e Jago, l’amico fedele sempre al proprio fianco.

Ad accompagnare il protagonista vi sarà anche un amore profondo e fragile provato nei confronti di una compagna di scuola, scherzosamente soprannominata Chichi in una delle cartoline spedite da Willy, in cui si firma come Goku per citare la canonica coppia dell’anime Dragon Ball. Questo sentimento abbraccerà l’adolescente per tutta la durata del percorso, un viaggio che gli farà avere un vero e proprio faccia a faccia con la sua vita, i problemi e le speranze.

Il titolo del libro non è fuorviante, ma rappresenta tutte le vicissitudini e avventure tragicomiche che cadenzano i giorni di “pellegrinaggio” di Willy, pronto ad affrontare i paurosi “nemici” della bancarotta accettando passaggi e ospitalità da sconosciuti negli alloggi più assurdi e con le più svariate scomodità. Esattamente come il protagonista di un manga, pronto a vivere mirabolanti vicende all’insegna del divertimento, delle lacrime e delle sfortune, anche Willy diventa improvvisamente una sorta di personaggio che si è solitamente abituati a vedere stampati sugli stessi fumetti di cui il ragazzo è innamorato.

Nella sua finzione il romanzo tuttavia – esattamente come spesso fanno anche i manga – si avvale di rappresentare un singolare equilibrio tra realtà e finzione: da una parte uno studente, un normale ragazzo come tanti altri e dall’altra la sua immaginazione, i suoi sogni e le sue paure, nonché lo stesso stile che riporta alla luce i suoi hobby. La freschezza narrativa permette al lettore di scorrere tra le pagine con la stessa leggerezza di un appassionato di manga, senza però rimanere svuotato di qualche significato: il cammino di Willy, per quanto non paragonabile alle gesta di qualche eroe o all’impossibile vita di un qualsiasi protagonista di uno Shonen, disegna comunque una vera e propria ricerca di sé stessi.

E questo dettaglio, più di tutti, lascia l’inchiostro sull’esperienza di Guglielmo trasformandola nel breve racconto in un manga vissuto da un occidentale.

Manuela Spinelli

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