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Italo Calvino e la notte difficile del viaggiatore

Se una notte d’inverno un viaggiatore è un romanzo di Italo Calvino, pubblicato per la prima volta da Einaudi nel 1979 e, per il suo andamento metanarrativo e iper-romanzesco, immediatamente assunto ad esempio del romanzo Postmoderno.

Fotografia di Alex Conradt

Elementi mirabolanti, fascino fiabesco e innovazioni letterarie sono quello che sta alla base di Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino: un titolo che è un incipit non finito, esattamente come i brani, gli spezzoni e i romanzi che si susseguono nel racconto e accompagnano le vicende amorose del Lettore protagonista.

Il romanzo di Calvino, infatti, altro non è che una serie di inizi, di prime pagine e di storie appena cominciate. La vicenda è quella di un Lettore che, iniziato a leggere un romanzo (Se una notte d’inverno un viaggiatore, appunto), si accorge che la stampa è difettosa, e che al libro manca un pezzo, un finale. Andato in libreria alla ricerca del moncone mancante, gli viene dato un libro sostitutivo, che però non è lo stesso che stava leggendo.

Da qui in poi il Lettore, vero e unico protagonista di queste storie interrotte, alla ricerca dei vari finali, si imbatterà in undici diversi incipit, che la maestria di Calvino assegna ad autori fittizi e con stili sempre diversi l’uno dall’altro. Compagna di viaggio del protagonista è Ludmilla – la Lettrice -, con cui egli intraprenderà una storia d’amore.

Come detto, il vero protagonista del romanzo calviniano è il Lettore. Calvino qui mette in scena sin dalla prima pagina un attore, un personaggio che nella prassi letteraria viene dopo la scrittura e dopo la stampa, appellandosi continuamente a lui con un “tu” che chiama continuamente in causa chi abbia fra le mani questo libro.

«Stai per iniziare a leggere il nuovo romanzo Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto. La porta è meglio chiuderla, di là c’è sempre la televisione accesa.» [1] Con questo inizio Calvino non fa altro che dire al lettore reale che il protagonista di cui sta leggendo, alla fine, è lui stesso.

Nonostante la carica innovativa e concettuale del romanzo, quello che Calvino vuole trasmettere è una trascinante passione per la lettura, un desiderio incolmabile di storie e di mondi sempre diversi, una volta entrati nei quali sorge la domanda: “come andrà a finire?”. Il libro degli incipit è un inno alla lettura e alla letteratura tutta, che mostra anche il complesso gioco sistemico e di rimandi che tiene insieme l’universo libresco. Per dirlo con le parole dell’autore: «[…] ho cercato di dare evidenza al fatto che ogni libro nasce in presenza di altri libri, in rapporto e confronto ad altri libri» [2].

In questa serie di storie che si susseguono senza mai finire si intravede la difficoltà, e insieme il fascino, della lettura e della letteratura, che si specchia continuamente in se stessa. Nel continuo iniziare si cela, forse, anche il celebre adagio “il primo passo è il più importante”, un passo che ci introduce nel mirabolante e funambolico mondo dei libri, degli autori, delle trame e dei personaggi, e che apre la strada ad un universo più ampio e lontano.

Come il Lettore protagonista, allora, non resta altro che immergersi in questa storia unica, che poi sono dieci, che poi sono in realtà un caleidoscopio infinito, e scoprire come va a finire la storia che inizia con “Se una notte d’inverno un viaggiatore”.

Giordano Coccia


[1] I. Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore, Milano, Mondadori, 2016, p. 3.
[2] Ivi, quarta di copertina.

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