Dopo qualche mese di pausa e riorganizzazione abbiamo deciso ripartire con nuove tematiche, tratte dall’attualità. La prima sarà Rivoluzione! La scelta è stata dettata da un evento storico attualmente in corso: le manifestazioni in Iran in seguito all’uccisione di una giovane donna iraniana, Mahsa Amini, per non aver indossato correttamente il velo. Le manifestazioni sono nate soprattutto in contestazione della posizione presa dalla polizia religiosa, responsabile dell’aver percosso ripetutamente la giovane donna, mandandola in coma, e di aver poi cercato di insabbiare l’accaduto. La polizia ha infatti cercato di mantenere il silenzio riguardo alla propria responsabilità diretta nella morte di Mahsa. Tuttavia, grazie alla circolazione di video sull’accaduto, le persone sono scese in piazza per manifestare contro la crudeltà del gesto.
La risposta della polizia ha inoltre inasprito ancor di più le proteste, soprattutto perché la violenza utilizzata contro lə manifestanti ha portato alla morte non solo di altre donne, ma anche di bambinə e studentə. Inoltre, il regime è arrivato addirittura a mobilitare l’esercito contro lə manifestantə.
Per capire come si è arrivatə a questa situazione bisogna tornare indietro al 1978-1979, periodo della Rivoluzione iraniana, anzi ancora prima.
Nel 1954, a seguito di un colpo di stato che lo ha costretto a fuggire, lo scià Mohammad Reza Pahlavi tornò in Iran grazie all’aiuto dei suoi generali. Al suo ritorno, con il loro appoggio, eliminò i suoi nemici.
Nel 1963 attuò diverse riforme, tra cui la riforma contro l’analfabetismo, soprattutto nelle campagne. Nel corso del suo governo, lo scià avviò una politica dittatoriale, vietando la libertà di pensiero e di parola per tuttə. Chi non seguiva il suo volere veniva repressə grazie all’aiuto della polizia segreta SAVAK. Proprio in questo periodo, Khomeyni, un politico che si opponeva al potere dello scià, fu esiliato per le sue proteste. Fuori dall’Iran attuerà la protesta contro il regime dello scià, incitando la popolazione iraniana a reclamare le proprie libertà e i propri diritti. Successivamente, nel 1977-79, la popolazione si ribellò contro lo scià e Khomeyni ritornò in Iran. Il popolo reclamò Khomeyni al potere. Ma la politica del regime di Khomeyni cambiò direzione rispetto a quanto auspicato dallə cittadinə: divenne repressiva come quella dello scià.
Ecco che, in risposta a questa nuova limitazione delle libertà, si arriva proprio alle proteste di oggi, che possono ricollegarsi direttamente agli eventi del ‘78-’79 sia riguardo alla richiesta di riaffermare le libertà che sono state man mano tolte ai cittadini sia per il costo in vite umane che lə manifestanti stanno pagando. Si crea dunque un parallelismo tra una rivoluzione passata, i cui scopi repubblicani appaiono in un’opera come quella di Marijane Satrapi molto diversi da ciò che è effettivamente seguito alla rivoluzione, e una rivoluzione presente, che sembra però riallacciarsi proprio a quegli anni nel tentativo di riconquistare libertà analoghe a quelle per cui si combatteva allora.
Le proteste odierne si sono propagate nel resto del mondo. Il simbolo ricorrente di queste manifestazioni è il taglio dei capelli; il gesto dellə manifestanti iranianə di tagliarsi i capelli in segno di protesta è stato ricalcato da molte persone in tutto il mondo e AleXsandro Palombo ha fatto un murales in cui Marge Simpson taglia i suoi capelli blu. Un’iniziativa che vogliamo qui ricordare è inoltre quella della Triennale di Milano e del MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, che hanno dato la possibilità a chiunque entri nelle loro strutture di esprimere il proprio dissenso contro le violenze in Iran lasciando una ciocca di capelli legati da un filo di corda. Tutte queste ciocche saranno poi portate, in segno di protesta, all’Ambasciata e al Consolato Generale della Repubblica Islamica dell’Iran.
Unendo anche le nostre voci alla protesta, dedichiamo questo numero alla tematica “Rivoluzione”, in un’indagine che non si fermerà solo al contesto iraniano ma ne esplorerà le sfaccettature all’interno delle arti.
La redazione