Un dopoguerra capovolto, una realtà in cui l’Asse ha vinto la Seconda Guerra Mondiale raccontata da Philip K. Dick nel romanzo La svastica sul sole, in lingua originale The man in the high castle (1962). Non semplicemente la narrazione di un mondo distopico, ma l’equivalenza di due realtà parallele.
Quindici anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale il mondo è diviso in due aree di influenza, più una terza, inferiore, data all’Italia: quella giapponese e quella nazista. In parallelo con quanto realmente accaduto alla fine della guerra, sono qui gli Stati Uniti, e non la Germania, ad essere spartiti tra le due aree, occupate in una sorta di Guerra Fredda fatta di spionaggi e sotterfugi. I parallelismi non si fermano qui: mentre il Giappone adotta un’influenza economico-sociale sugli sconfitti, ricalcando la strategia statunitense del dopoguerra, la Germania nazista, seguendo l’esempio della Russia sovietica postbellica, adotta metodi coercitivi e dittatoriali sui sottoposti.
In questa realtà narrativa diversi personaggi principali conducono il lettore attraverso le vicende della loro vita quotidiana, mostrando così le vicissitudini delle varie parti.
In questo contesto due libri profetici si scopriranno essere strettamente legati fra loro: l’I Ching e La cavalletta ci opprime, anche tradotto La cavalletta non si alzerà più (titolo originale: The Grasshopper Lies Heavy).
L’I Ching fa la sua prima comparsa per il lettore negli Stati Americani del Pacifico, sotto il dominio giapponese, dove la cultura americana diventa una sorta di anticaglia, i cui manufatti prebellici sono resi oggetto di collezionismo da parte dei Giapponesi. Questi ultimi dirigono ogni loro azione secondo gli oracoli di un libro, l’I Ching appunto, detto anche Il Libro dei Mutamenti. L’utilizzo dell’I Ching non resta limitato ai Giapponesi, ma si estende alle società poste sotto il loro dominio. I personaggi utilizzano il libro per indirizzare le loro azioni e scelte, credendo tramite il libro di poterne prevedere l’esito. Così fa ad esempio Frank Frink, in realtà Frank Fink, ebreo di New York nascostosi negli Stati Americani del Pacifico sotto falso nome, prima di decidere di mettersi in proprio aprendo un’attività di oreficeria.
Ma l’azione dell’I Ching non finisce qui; si intreccia, anzi, inesorabilmente con le vicende dell’altro libro: il romanzo La cavalletta ci opprime del misterioso autore Hawthorne Abendsen. È quest’ultimo l’uomo nell’alto castello a cui si riferisce il titolo originale: in esso si sarebbe nascosto per non essere ucciso a causa del suo profetico romanzo. La cavalletta ci opprime narra infatti di una realtà in cui gli Alleati hanno vinto la Seconda Guerra Mondiale.
Quella che sembrerebbe però la narrazione del nostro mondo all’interno di un mondo distopico immaginario non è altro che un altro mondo ancora, ugualmente distopico, dove il Comunismo è stato sconfitto e il mondo è stato diviso tra Stati Uniti e Inghilterra. A intrecciarsi sono dunque tre mondi, tutti ugualmente distopici: la realtà de La svastica sul sole, quella de La cavalletta ci opprime e la Realtà, la nostra realtà, o meglio quella esistente all’epoca della Guerra Fredda, quando il romanzo è stato scritto.
Non solo, la seconda sembra derivare dalla prima come la prima dalla terza: Abendsen rivela infatti di aver scritto La cavalletta ci opprime usando l’I Ching. È il Libro dei Mutamenti ad aver dunque scritto il romanzo e il perché lo mostra tramite l’esagramma 69, Chung Fu, la Verità Interiore:
«Hawthorne alzò la testa e la guardò. Adesso aveva un’espressione esasperata. “Significa che il mio libro è vero, non è così?”. “Si”, rispose lei. Con rabbia lui disse: “La Germania e il Giappone hanno perso la guerra?”. “Sì”». [1]
A questo nodo tra i due mondi paralleli se ne aggiunge un altro se, come si dice, anche Philip K. Dick ha usato l’I Chingper scrivere il suo romanzo.
Elena Sofia Ricci
[1] Philip K. Dick, La svastica sul sole, 2019 (1962), Fanucci Editore.