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La valle incantata dello Yosemite

Fotografia di Manuel Monfredini
Fotografia di Manuel Monfredini

Valley Uprising è un film documentario del 2014 diretto da Peter Mortimer, Nick Rosen e Josh Lowell e prodotto da Senders Films. La pellicola racconta le esperienze degli scalatori nel Parco Naturale dello Yosemite tra le montagne della Sierra Nevada in California.

Con il movimento hippie, questo Parco è diventato luogo d’incontro di scalatori, free climbers, paracadutisti e slackliners che si sfidano amichevolmente in acrobazie da pelle d’oca. Nel documentario sono incluse diverse interviste, accompagnate da alcune fotografie, ai primissimi membri di questa comunità fuori dagli schemi; oltre agli emozionanti video fatti ad hoc ai climbers che attualmente vivono in questa valle sperduta.

Tra i protagonisti del documentario si trovano gli scalatori che alla fine degli anni ’60 si trasferirono nel Parco dello Yosemite, nella Valle tra El Capitan (900 m) e Half Dome (1444 m), dove cominciò a crescere una piccola comunità hippie che viveva di feste a base di LSD, scontri con i rangers e soprattutto della loro vera passione: l’arrampicata. Gli sportivi di questo Parco, dall’epoca dei figli dei fiori ad oggi, hanno fatto la storia del rock climbing e del free solo (arrampicata solitaria a mani nude e senza imbracature) e i loro nomi sono Dean Potter, Alex Honnold, Lynn Hill, Jim Bridwell e molti altri.

Ciò che accomuna i protagonisti del documentario è la voglia di lasciarsi alle spalle tutto ciò che secondo loro era superfluo: carriere, studi, soldi, rapporti falsi. I primi scalatori si dovettero scontrare più volte coi rangers dello Yosemite, soprattutto a causa dell’uso di droghe e del campeggio nella Valle, che era vietato. Ciò nonostante il Parco ha sempre giocato un ruolo fondamentale nella filosofia di vita dei suoi abitanti. Per i primi di questi, vivere nella Valle significava trasgredire le regole, andare contro le forze dell’ordine e sfidare continuamente i limiti del proprio corpo; per chi ci vive oggi, invece, questo luogo, oltre che rappresentare un pezzo importante della storia del rock climbing, è anche diventato un simbolo di evasione e di rifiuto dello stile di vita convenzionale.

L’esempio più calzante è Alex Honnold, un’aggiunta alla comunità dello Yosemite degli inizi del 2000 su cui il documentario si concentra particolarmente. Appena arrivato, Alex era un ragazzino impacciato, timido, che non beveva, non faceva uso di droghe e passava la maggior parte del tempo a leggere. Sembrava non avere più di tanto in comune col resto della compagnia e veniva preso in giro per il suo atteggiamento goffo. Quando ha cominciato a scalare però si sono dovuti tutti ricredere.

Alex aveva appena lasciato l’università di Berkley in California, che aveva frequentato per un anno senza parlare mai con nessuno. Presto si rese conto che non era interessato a quel tipo di vita; l’unica cosa che voleva fare era viaggiare nella natura con il minivan di sua madre e scoprire nuovi posti dove poter praticare la sua passione. È così che si è trovato nella leggendaria Yosemite Valley, dove ha stabilito dei record insuperabili sia nel free solo sia nell’arrampicata di velocità. Da più di dieci anni continua a vivere in un minivan che gli permette di spostarsi quando vuole, circondato dai suoi libri e poco più. Come lui stesso dichiara in un’intervista la montagna è l’unico luogo in cui riesce a fare esperienza della perfezione [1].

Altri esperti di free solo hanno inventato un nuovo metodo per praticare questo sport in modo ancora più estremo: letteralmente con un paracadute di salvataggio. In questa maniera non usano imbracature o picchetti, ma se dovessero trovarsi in una situazione di stallo o perdere la presa possono sempre lasciarsi andare e godersi la vista in volo sulla Valle. Come mostra il documentario oltre che di concentrazione, determinazione e competizione, infatti, questi sportivi sono dotati di una forte vena creativa che li porta a trovare i modi più impensabili e assurdi per vivere esperienze mozzafiato su questi monti. Questa è la sensazione che trasmette la visione dello slacklining senza imbracatura tra i due monti della Valle praticato da Dean Potter [2].

Uno dei registi, Peter Mortimer, spiega in un’intervista l’intento del documentario e cosa caratterizza i suoi protagonisti: «Il film è stimolante ed è una vera e propria celebrazione di uno stile di vita che si contrappone al materialismo e al consumismo che si è “costretti a vivere nelle città”. Questo è il fil rouge che accomuna tutte le storie delle persone protagoniste nel film: climber che hanno dedicato la loro intera vita a vivere forti esperienze».

Elena Marras


[1] https://www.youtube.com/watch?v=FRGF77fBAeM
[2] https://www.youtube.com/watch?v=KVaTsulE5Z0

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