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Scintillio di impulsi nelle reti vegetali

Fotografia di Filippo Ilderico

Fino a settembre la Triennale di Milano presenta “Broken Nature: Design Takes on Human Survival”, mostra tematica da cui il nome della XXII Esposizione Internazionale. In essa l’opera di Stefano Mancuso.

La mostra indaga i rapporti tra l’uomo e l’ambiente, negli anni via via irrimediabilmente compromessi. In quest’ambito si colloca uno dei lavori di Stefano Mancuso, neurobiologo vegetale. Egli svela un mondo vegetale ormai nascosto agli occhi dell’uomo, rivelandone una cecità di fondo.

Se vi trovaste davanti un’immagine con una tigre nel suo habitat cosa notereste? Probabilmente non l’habitat ma, come la maggior parte delle persone, la tigre. È proprio con questa sfida che Mancuso introduce il suo lavoro.

L’obiettivo è proporre un modo inedito di guardare al mondo vegetale, mettendo in luce fattori a molti ignoti e rimettendo al suo posto l’arroganza umana.

In particolare lo scienziato pone l’accento sui movimenti e i legami interni ed esterni ad ogni pianta. Per fare ciò utilizza delle luci che, simili a impulsi elettrici, scorrono come linfa internamente alla pianta, ma anche tra una e l’altra.

Interrogato sull’argomento Mancuso paragona la “rete di reti” di un bosco alla topografia di internet. «Perché nasce esattamente per lo stesso motivo. Internet nasce per sopravvivere: era una rete militare che doveva essere in grado di sopravvivere ad un attacco che colpisse il comando centrale». [1] Allo stesso modo la rete costituita dalle piante serve per resistere agli attacchi esterni.

Attraverso queste connessioni esse costituiscono il sistema definito da Mancuso «di mutuo appoggio» [2], collaborando non solo con i loro simili ma con gli altri esseri viventi in senso più ampio. Attraverso segnali olfattivi, ad esempio, richiamano i predatori dei parassiti che possono averle attaccate.

Una sorta di Wood Wide Web [3], una rete di scambio di cibo, informazioni, aiuto, risorse che sfatano il mito di esseri immobili e semiviventi, superiori appena di un gradino ai sassi, secondo la classificazione aristotelica [4]. La rete non è semplicemente creata dalle piante, «la pianta non è un individuo, la pianta è una rete». Una rete in costante collaborazione con gli altri esseri viventi, tutti tranne l’uomo.

Elena Sofia Ricci


[1] https://www.corriere.it/cronache/19_giugno_30/stefano-mancuso-vita-segreta-piante-per-sopravvivere-si-spostano-a8751c24-9a6c-11e9-8fdd-d4f7eb4bd62c.shtml
[2] Ibidem
[3] Nella parte “La nazione delle piante” di Stefano Mancuso della mostra “Broken Nature: Design Takes on Human Survival”, Triennale di Milano, 1 marzo – 1 settembre 2019
[4] Ibidem

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