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Metheny e Mehldau: la contemporaneità della diversità in un unico disco

Fotografia di Filippo Ilderico

Artisticamente affascinati l’uno dall’altro, Pat Metheny e Brad Mehldau decidono nel 2005 di collaborare. Ne verranno fuori due interessanti album della Nonesuch Records, dove le due distintive personalità scopriranno di pensare “negli stessi termini”, di avere forti affinità e il medesimo atteggiamento nei confronti del “fare musica”.

Due artisti molto diversi fra loro per formazione e temperamento. Eppure entrambi estimatori l’uno dell’altro. È così che nel 2005 nasce la collaborazione tra il chitarrista Pat Metheny e il pianista Brad Mehldau: da un interesse musicale reciproco e dalla percezione di un potenziale disco che avrebbe rivelato sorprese inaspettate, vivendone la realizzazione come un gioco [1]. La buona riuscita di quest’ultimo, tuttavia, non è sempre da dare per scontata, soprattutto per personalità artistiche così differenti.

Da una parte c’è Mehldau (classe ’70), di formazione classica che, convertito presto al jazz, ha debuttato al fianco del celebre batterista Jimmy Cobb negli anni ‘90, interessandosi poi ad artisti di vario genere, dai Radiohead ai Beatles. Dall’altra parte vi è Metheny (classe ‘54) chitarrista jazz aperto alle sperimentazioni che già all’età di 21 anni dà il via alla sua carriera da solista, oltre che a fondare nel 1976 – con il tastierista Lyle Mays – l’ormai famosissimo Pat Metheny Group. Il primo ha spesso preferito organici molto ridotti, evitando accuratamente l’elettronica (ad eccezione di Largo del 2002). Al contrario, Metheny ha spesso coinvolto un considerevole numero di musicisti per i suoi progetti, sperimentando inoltre con strumenti amplificati e suoni sintetizzati. La domanda sorge dunque spontanea: che tipo di lavoro ne è venuto fuori?

La realizzazione è avvenuta soprattutto tramite una corrispondenza via e-mail del materiale musicale [2]. Inizialmente i due autori avevano deciso di scrivere solo alcuni brani originali, contornati da standards jazz e vecchi brani ripescati dall’ampio repertorio della storia musicale [3]. Ma la loro collaborazione dev’essere stata così entusiasmante da dare come risultato ben 16 tracce del tutto nuove, e solo 5 composizioni già note, che figurano nel primo disco Metheny Mehldau (2006) e nel secondo Metheny Mehldau Quartet (2007).

La diversa formazione musicale dei due è stata così stimolante da permettere di influenzarsi piacevolmente a vicenda. Nel disco, ad esempio, Mehldau è spinto dal chitarrista statunitense ad utilizzare sintetizzatori (si pensi a Ring of Life) [3]. Non bisogna dimenticare inoltre il contributo dell’instancabile sezione ritmica, ovvero del batterista Jeff Ballard e del bassista Larry Grenadier (da qui la dicitura Quartet presente nel secondo disco) [4].

L’unico brano scritto a quattro mani è A Night Away. In esso il tappeto ritmico pulsante creato da Ballard e Grenadier consente ai due protagonisti di svolazzare qua e là, facendo dell’ascolto e del conseguente minimalismo un punto di partenza indispensabile per non pestarsi i piedi a vicenda (pianoforte e chitarra condividono simili potenzialità esecutive). La percezione di un paesaggio notturno è data dalla sezione ritmica incalzante, che suona “con sentimento tribale” [5] e dal lirismo dei sue solisti che, con pensiero orchestrale, danno vita ad un perfetto interplay [6]. Del tutto diversa (non solo per il titolo opposto alla traccia precedentemente citata) è Toward the Light, dove Metheny si abbandona al virtuosismo accompagnato dal tappeto che il pianista ha tessuto per lui.

Come i due brani sopra descritti, forse anche Metheny e Mehldau possono essere considerati complementari: la loro diversità ha trovato un punto in comune, ovvero l’esigenza – condivisa e più volte esplicitata in numerose interviste – di convogliare l’atto improvvisativo con la necessità della pratica compositiva, nero su bianco.

Eleonora Gioveni


[1] Pat Metheny and Brad Mehldau: Counterpoint, Geoffrey Himes
[2] A Mutual Inspiration Society in Action, Nate Chinen
[3] Pat Metheny and Brad Mehldau: Counterpoint, Geoffrey Himes
[4] ibidem
[5] Metheny Mehldau: Quartet, John Kelman
[6] Pat Metheny and Brad Mehldau: Counterpoint, Geoffrey Himes
[7] A Mutual Inspiration Society in Action, Nate ChinenA

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