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Il Suono di Dio: The Lamb e The Tyger

Fotografia di Filippo Ilderico

A John Tavener è spesso associata l’etichetta “minimalismo sacro”. La sua musica abbraccia la dimensione spirituale mediante purezza e semplicità di ricerca.

John Tavener è una figura inusuale all’interno del panorama musicale del secondo dopoguerra. Esordisce fra gli anni sessanta e settanta come compositore dall’indole sperimentale raggiungendo immediatamente il successo presso il vasto pubblico. Fondamentale nei primi passi di Tavener come compositore è la collaborazione con l’etichetta Apple Records (fondata dai Beatles) che pubblica i suoi primi lavori: la cantata The Whale e il Celtic Requiem.

In seguito Tavener attraversa un periodo di forte crisi interiore che lo porta ad abbracciare con fervore il cristianesimo ortodosso dell’Europa Orientale. Parallelamente le sue composizioni si svuotano mano a mano della complessità e della densità di scrittura che avevano caratterizzato gli anni giovanili. L’obiettivo di Tavener diventa quello di creare il suono di Dio. Scrive brani dalla linea melodica scarna; l’omofonia prevale sulla polifonia; le atmosfere sono rarefatte e sospese; sulla dissonanza aspra prevale una condotta più morbida delle voci ; la tonalità viene recuperata come una sorta di ricordo che rivive nell’interiorità di un sistema che ha come fine ultimo la glorificazione di Dio nella consapevolezza dei limiti umani.

Culmine di questo percorso artistico sono due brani per coro a cappella, entrambi su testi di William Blake, The Lamb e The Tyger. Entrambe le liriche compaiono nella raccolta poetica Songs of Innocence and of Experience occupando due posizioni di rilievo all’interno della struttura macro testuale dell’opera ed entrando in dialettica opposizione fra loro.

I concetti di Innocenza (Innocence) e di Esperienza (Experience) di Blake riecheggiano quelli miltoniani di Paradiso (Paradise) e di Caduta (Fall). L’innocenza è la condizione fanciullesca e genuina, originaria dell’uomo, che va perduta a causa delle esperienze negative che si affrontano nel passaggio dall’infanzia alla vita adulta. L’agnello (The Lamb) è il simbolo della purezza e dell’innocenza, la tigre (The Tyger) è la ferocia che prevale sulla bellezza originaria del creato.

Questa dialettica si riflette appieno nel didittico corale composto da Tavener. Il materiale musicale che sta alla base di The Lamb (composto nel 1982) è estremamente semplice: l’intera composizione scaturisce dal tema musicale associato al primo verso del testo di Blake. Esso è poi sviluppato secondo le tecniche compositive dell’inversione e della retrogradazione.

Questo semplice brano è costruito secondo meccanismi musicali che sono stati sviluppati in seno alle avanguardie primonovecentesche. A suggellare il legame del Tavener religioso con il suo passato avanguardista è l’utilizzo di frammenti bitonali all’interno della composizione. Nella seconda sezione il tema è poi armonizzato omoritimicamente per  le quattro voci seguendo il modo eolio, uno dei modi della musica ecclesiastica.

In The Lamb è presente sottotraccia una polarità: brano di una semplicità apparente e di facile ascolto nasconde al suo interno una struttura fortemente debitrice della musica d’avanguardia. La semplicità della costruzione musicale appare come una conquista strappata allo scorrere del tempo. L’età dell’innocenza è ormai trascorsa, essa può ritornare solo attraverso il ricordo e la contemplazione. Tavener crea un universo sonoro che anela a una condizione perduta. La voce, attraverso il testo che si fa musica, rivela tutta la mancanza dell’essere umano e la sua stretta connessione e dipendenza da Dio.

Qualche anno più tardi di The Lamb Tavener completa il piccolo ciclo musicale mettendo in musica The Tyger. Il brano è composto per coro a cappella a 13 voci, la sonorità risulta più ispessita rispetto a The Lamb, anche nel contrappunto, dove le voci si rincorrono fra di loro in un tormentato dialogo fra registri. Al culmine di questa rincorsa fa capolino per un breve frammento di testo la melodia di The Lamb, quasi a voler simboleggiare che in ogni opposto è compreso il suo contrario: così come la Caduta presuppone l’esistenza di un Paradiso, il concetto di Paradiso sembra portare al suo interno, in nuce, la possibilità di una Caduta.

Mattia Sonzogni

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