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Il cuore sotterraneo di una Metropoli(s)

Fotografia di Elena Sofia Ricci
Fotografia di Elena Sofia Ricci

Metropolis è un film di fantascienza del 1927 scritto da Thea von Harbou e diretto dal marito Fritz Lang. Quest’opera ambientata in un futuro distopico racconta di una città in cui, a causa dell’enorme divario tra la classe operaia e quella dirigente, una giovane donna proletaria e il figlio di un potente imprenditore guidano una ribellione verso la libertà.

In quest’opera, primo vero film fantascientifico della storia del cinema, la coppia austro-tedesca Lang-von Harbou unisce i valori del comunismo alla stilistica della scuola espressionista tedesca, una corrente artistica cinematografica nata in Germania intorno agli anni ’20, di cui Lang fu un importante esponente.

Metropolis, in superficie, sembra essere il paradiso terrestre: i suoi “Eternal Gardens” costruiti dai padri fondatori della città apposta per i propri figli sono arricchiti di fontane, statue e animali esotici e i giovani aristocratici vi si intrattengono ballando e giocando senza pensieri. È in questo luogo che Freder vede per la prima volta Maria, una maestra proletaria che aveva accompagnato i suoi scolari a vedere le meraviglie del giardino [1].

Maria è l’opposto delle giovani ragazze frivole e superficiali con cui Freder passa il tempo. La maestra appare al ragazzo quasi come un angelo, in abiti semplici ma che vengono fatti risplendere dal suo candore. I bambini la guardano come in adorazione mentre lei parla di fratellanza. Questa figura femminile viene presentata come una sorta di madre protettrice dei proletari, una “versione comunista” della Vergine Maria (come suggerito anche dal nome).

Volendo ritrovare a tutti i costi quella donna, il giovane aristocratico si dirige per la prima volta nei sotterranei della sua città, dove gli operai lavorano costantemente coordinati dai ritmi di un orologio che, dividendo il tempo in 10 ore, scandisce le loro giornate. Le scene a cui Freder assiste sono particolarmente scioccanti: i lavoratori svengono per la troppa fatica e vengono portati via dai loro colleghi in barella alla fine del turno.

Una delle scene più famose del film è quella iniziale, in cui il regista mostra i meccanismi e gli ingranaggi che fanno funzionare la fabbrica sotterranea, l’imponente orologio e l’inquietante cambio di turno degli operai. Questi sono vestiti tutti uguali, camminano con lo stesso passo lento e si incrociano in un grande corridoio vuoto in cui, mentre un gruppo esce da un enorme ascensore che sembra quasi una gabbia, per avviarsi verso la fabbrica, l’altro si dirige nella direzione opposta [2]. La colonna sonora insieme alla lunghezza e all’immobilità di queste riprese trasmette la pesantezza della scena a cui lo spettatore assiste.

È dal momento in cui il giovane aristocratico scopre la cruda verità sulla città sotterranea che decide di unirsi a Maria per dare vita a una ribellione del proletariato, alla ricerca di una società più equilibrata. Tuttavia, la giovane coppia viene scoperta dal tiranno Fredersen, padre del ragazzo, che decide di mandare i loro piani all’aria affidandosi all’idea di uno scienziato: creare un robot identico alla maestra che porti il caos nella città sotterranea, soffocando qualsiasi impulso di rivolta.

Anche la scena della creazione di una “Maria distruttrice” è una delle più importanti nella storia del cinema, sia dal punto di vista della trama che dal punto di vista dell’uso della tecnologia: si pensi infatti agli effetti speciali che sono stati ideati nell’anno 1927 per portare sullo schermo la rappresentazione di una comunità alienata. Questo è uno dei momenti cruciali del film in cui Maria, la figura della donna angelica che incarna gli ideali di speranza, uguaglianza e libertà, si trasforma in un oggetto meccanico, fatto di metallo e bulloni, pronto a incenerire la sua stessa città [3].

Man mano diventa sempre più evidente la differenza tra le due fazioni. Da una parte i dirigenti di Metropolis lottano per avere più potere sugli altri, usando l’inganno e la furbizia; dall’altra Maria e Freder lottano per ottenere una libertà, non solo per loro stessi, ma soprattutto per gli altri e lo fanno usando parole d’incoraggiamento e di fiducia. Da una parte la mente fredda e meccanica di chi brama solo per sé, dall’altra il cuore potente dell’umanità che desidera la libertà per tutti.

Elena Marras

[1] https://www.youtube.com/watch?v=AvtWDIZtrAE&t=298s
[2] https://movieplayer.it/articoli/metropolis-il-capolavoro-di-fritz-lang-che-ha-inventato-la-fantascienz_16945/
[3] http://distribuzione.ilcinemaritrovato.it/per-conoscere-i-film/metropolis/la-storia-del-film

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