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La Brooklyn innamorata di Lola Darling

Lola Darling (She’s Gotta Have It) è un film del 1986, scritto, diretto, montato e prodotto da Spike Lee. In quello che è stato considerato il suo primo vero lungometraggio, Lee dà vita a una donna libera e indipendente nel cuore di una Brooklyn esattamente come lei. Da quest’opera iconica è stata tratta la serie originale Netflix She’s Gotta Have It sempre firmata Spike Lee [1].

Lola (Tracy Camilla Johns) è una giovane artista afroamericana che vive da sola in un piccolo appartamento di Brooklyn mentre cerca per se stessa indipendenza e libertà sessuale. Lola ha infatti tre amanti, tutti diversi tra di loro: Jamie è un uomo più grande e si prende cura di lei, ma è anche molto geloso; Greer è un fotomodello superficiale e disattento, ma che stimola la sessualità della ragazza; infine, Mars è un ragazzo spiritoso, appassionato di basket e di cultura hi hop, che riesce sempre a far ridere la ragazza anche quando si mostra possessivo e infantile.

Quest’ultimo è ispirato alla personalità dello stesso Spike Lee, ed è infatti interpretato da lui nel film [2]. Spike e Mars condividono il quartiere in cui sono cresciuti e diverse passioni, in particolare, Micheal Jordan. In seguito al film, infatti, Mars Blackmon è diventato un importante simbolo della cultura hip hop di Brooklyn e il suo personaggio sarà utilizzato per diverse campagne pubblicitarie negli anni ’80 delle scarpe da basket Nike “Air Jordan”, insieme allo stesso Micheal.

Tutto il film, girato in bianco e nero fatta eccezione per la scena del balletto organizzato da Jamie per il compleanno di Lola, è ambientato a Brooklyn, il quartiere di New York più popoloso e anche quello con un’identità multiculturale più spiccata. Essendo stata punto d’approdo per i migranti che arrivavano nella grande metropoli per diversi decenni, Brooklyn è patria di tantissime comunità di etnie diverse nella città di New York: italiani, cinesi, ebrei, russi, ucraini, polacchi, nativi americani e afroamericani.

Sicuramente l’ambientazione ha una provenienza autobiografica, essendo Brooklyn il quartiere in cui è cresciuto il regista, ma non è solo questo elemento a ricordare il background di Spike Lee. Ad esempio, il dipinto di Malcom X appeso nell’appartamento della protagonista rimanda al forte legame di Lee con la storia afroamericana. Lola lo mostra proprio a Mars, alter-ego del regista, rimproverandolo per non aver riconosciuto le parole di Malcom X scritte nell’opera. Un’altra scena divertente del film è quella che ritrae in primo piano gli uomini del quartiere che commentano le ragazze che passano per strada; Lola spiega quanto sia difficile trovare un uomo con cui uscire, dato che la maggior parte di loro cerca di approcciare le ragazze con commenti viscidi e fastidiosi [3]. Le comparse di questa scena sono quasi tutti amici o familiari di Lee, che conoscono bene la parte da interpretare e che riescono a dare così un sapore estremamente vivido e vero alla vita e al miscuglio sociale di un quartiere in continua crescita.

In questo film, Brooklyn viene descritta allo spettatore anche attraverso delle fotografie del regista, anch’esse in banco e nero, che ritraggono la comunità nera del quartiere assieme a una colonna sonora (che accompagna tutto il film) composta dal padre di Spike, Bill Lee, famoso musicista e compositore jazz [4]. Quest’ultimo interpreta anche il padre di Lola, appunto, un musicista. Oltre al padre anche la sorella del regista (Joie Lee) ha una parte nel film.

Considerando che il lungometraggio è stato autoprodotto da Lee e un suo amico, Monty Ross, e che quindi il budget era molto limitato (il film è costato appena 165.000 $) sicuramente anche per questo sono stati scelti come attori amici e familiari. Non è da sottovalutare, però, la volontà esplicita dell’autore: fare film sui neri per i neri. Nel 1986, infatti, quando l’unico altro film con una protagonista afroamericana era Il colore viola di Spielberg, Lee sentiva il bisogno per se stesso e per la sua comunità di essere rappresentato.

Come ribadirà lui stesso, Lola non rappresenta tutte le ragazze afroamericane di Brooklyn, ma è un personaggio vero. Una ragazza che nella metà degli anni ’80 cerca di mantenere la maggiore indipendenza possibile nella sua vita, lavorando, vivendo da sola e senza vincolarsi in una relazione con un’unica persona. Lola conosce i suoi bisogni, i suoi sentimenti e sa esprimerli, ottenendo quello che vuole, ma sempre nel rispetto del prossimo.

Elena Marras


[1] https://www.youtube.com/watch?v=5M9ZgLCiaQk
[2] https://www.youtube.com/watch?v=koRKdhiF1Tw
[3] https://www.youtube.com/watch?v=R3XvtkpYGS0
[4] https://www.youtube.com/watch?v=tWUJjUHuKtg

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