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Rip Van Winkle: il villaggio come segno della rivoluzione americana

© Filippo Ilderico, 30 dicembre 2018
Fotografia di Filippo Ilderico

Un piccolo villaggio immaginario situato ai piedi delle Catskill Mountains diventa il simbolo di un ribaltamento socio-politico. Così Irving dà voce alla rivoluzione americana.

Anno 1819, lo scrittore americano Washington Irving pubblica all’interno della raccolta The Sketch Book of Geoffrey Crayon il racconto breve Rip Van Winkle, una vera e propria metafora storica.

Washington Irving situa geograficamente, nelle realmente esistenti catene montuose, un villaggio senza nome e leggendario che diverrà un’iconica scrittura per la rivoluzione americana. L’omonimo protagonista di origini olandesi abita infatti le lande di un paesino anonimo e immaginario posto ai piedi delle Catskill Mountains, dipinto secondo le caratteristiche dell’unione tra Olanda ed America. Gli stessi edifici presenti al suo interno ne sono prova concreta: tra questi spicca la locanda quotidianamente frequentata dagli abitanti, nella quale in un quadro è ritratto Re Giorgio III.

Rip conduce la vita tipica dell’uomo americano medio: preferisce di gran lunga la pigrizia e lo svago all’idea di dover lavorare per guadagnarsi il pane. Proprio questo suo atteggiamento è la motivazione per cui la moglie, di atteggiamenti militari, infierisce costantemente su di lui evidenziando le bizzarrie del marito. Tuttavia i compaesani di Rip apprezzano lo svogliato ma generoso uomo, tanto che egli riveste il ruolo di icona tra bambini, cani e abitanti.

In una giornata d’autunno il protagonista si reca in compagnia del fedele quattro zampe Wolf nelle zone montanare, con l’intento di cacciare, ed è qui che avviene l’incontro con alcuni esploratori olandesi. Il nuovo gruppo creatosi decide di brindare bevendo per tutto il tempo e, sotto i fumi dell’alcol, Rip si addormenta profondamente.

Al suo risveglio l’uomo tornerà al proprio paese e troverà il villaggio completamente trasformato, portante i segni di quella che è stata la rivoluzione americana: Rip ha infatti dormito per ben vent’anni.

La situazione che si presenta agli occhi del protagonista è piuttosto sconvolgente: la cittadina, che conservava le proprie origini olandesi in un’atmosfera tutto sommato pacifica, ha subito una metamorfosi non indifferente. Dalla locanda – al cui esterno si erge fiera una bandiera americana e il ritratto di Giorgio III è stato prontamente sostituito con il volto di George Washington – fino agli abitanti stessi.

Difatti Rip Van Winkle viene interrogato dai concittadini su quali siano i suoi ideali politici e l’uomo prontamente difende la figura, ormai decaduta, di Giorgio III. Immerso improvvisamente in un contesto di rivoluzionari, Rip viene immediatamente bollato come anti-rivoluzionario pagandone la conseguenza peggiore: l’odio da parte degli stessi abitanti che prima gli erano amici. Successivamente l’uomo viene anche a conoscenza della morte della moglie, avvenuta in seguito ad un litigio con un venditore porta a porta di origini inglesi. Ogni singola trasformazione rappresenta il ribaltamento sociale non solo della cittadina, ma dell’America intera.

L’immaginazione geografica in questo frangente dispiega le proprie ali al fine di esporre tra le righe della short story una delle rivoluzioni più importanti che si siano mai conosciute, lasciando alla figura di Rip un’ulteriore metafora. Il protagonista incarna quella piccola America giovane e ancora sottomessa ad un potere militare, rappresentato dalla figura della moglie. È lo stesso Rip il reale collegamento tra passato e presente, ma il villaggio è ancor di più soggetto principale in quanto fugace e forte figura che restituisce, sotto la veste di edifici e abitanti, il reale volto dell’America post-rivoluzione.

Manuela Spinelli

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