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Lo spazzacamino italiano di Molteni: il disagio della società ottocentesca

Fotografia di Filippo Ilderico

Nel 1837 viene esposto a Brera lo Spazzacamino di Molteni. Molteni, artista di fama assieme a Hayez, conosciuto per lo più come restauratore, si affaccia a dare una visione drammatica della situazione. Egli darà volto a una serie di diversi spazzacamini marcando la condizione di disagio sociale.

Il quadro, in mostra alle Gallerie d’Italia tra il 26 ottobre 2018 e il 17 marzo 2019 nella sezione I Miserabili, utilizza toni scuri: i colori predominanti sono il marrone e il nero della fuliggine. L’unico protagonista della scena è una bambino che guarda verso l’alto mentre mangia una pagnotta, unico punto di luce del dipinto. Lo stesso pane può essere considerato come sola speranza e gioia della vita del bambino.

Il fenomeno dello spazzacamino era frequente sia in Italia sia in Inghilterra già dal 1600. La maggior parte di questi bambini veniva dalla montagna. Per la disperazione della povertà, le famiglie affidavano i propri bambini ad un padrone perché li portasse in città per imparare il mestiere. Il bambino, essendo di statura più piccola rispetto ad un adulto, poteva facilmente entrare nel camino per pulirlo: uno dei motivi per cui i bambini dai 5 ai 12 anni erano i prediletti per questo mestiere.

Molti di loro morivano, altri lavoravano per il padrone ma le condizioni erano molto precarie, al limite della sopravvivenza. Sporchi, affamati e impauriti, ricevevano un po’ di cibo o dei vestiti vecchi dai clienti impietositi. Tutto questo stato cambiò nel corso del tempo: nacquero nel 1870 le prime Società di Patronato con l’intento di porre rimedio alle disumane condizioni degli spazzacamini, offrendo assistenza con indumenti e pasti caldi.

Questo momento viene rappresentato attraverso l’opera Il piccolo Spazzacamino di Benjamin Britten, musicista inglese, opera composta nel 1949 per il festival musicale di Aldeburgh, un paese di mare del Suffolk. L’opera prese ispirazione da due componimenti di William Blake, poeta inglese dell’Ottocento, intitolati tutti e due The Chimney Sweeper, ossia “Lo spazzacamino”: versi che raccontano la vita drammatica di un bambino costretto a fare un lavoro sporco e disumano.

Anche Oliver Twist, romanzo di Charles Dickens pubblicato a partire dal 1837, durante il regno della Regina Vittoria, evidenzia bene la condizione di disagio della società legata allo sfruttamento del lavoro minorile. Ne è stata fatta una versione cinematografica nel 2005, e sia il libro sia il film mettono bene in luce la povertà, il lavoro minorile e la criminalità urbana della società vittoriana.

L’opera di Molteni parla da sola: descrive un bambino che fa un lavoro per grandi e che invece dovrebbe vivere la fanciullezza della sua giovane età, così come Pin, il giovane protagonista del Sentiero dei nidi di ragno (Italo Calvino, 1947), per essere accettato dalla società dovrà comportarsi come gli adulti, mostrandosi più grande di quello che è realmente.

Le condizioni di povertà della società ottocentesca portavano infatti il bambino a crescere prima del tempo e ad essere costretto a lavorare per poter sopravvivere, mettendosi nelle vesti di un adulto e affrontando la cruda realtà dei fatti.

Leila Ghoreifi

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